Champ Hood

Champ Hood o meglio Deschamps “Champ”Hood è sempre stato un musicista mitico per me, sin daitempi in cui lo ascoltavo suonare con Walter Hyatt e David Ball nella Uncle Walt’s Band, oppure quando accompagnandolo con il suo violino, aiutava Lyle Lovett a diventare quel grande e affermato artista che è  adesso. L’avevo anche ascoltato e apprezzato come chitarrista nel disco dal vivo che Jerry Jeff aveva  registrato alla “Gruene Hall”, una delle balere più famose dell’intero Texas. In pratica il paese non ha  abitanti, l’unica cosa che ha è questa mitica dancehall. Per quell’occasione, Jerry Jeff si era circondato  d’amici musicisti, rodati e fidati, e quindi con Lloyd Maines e Ponty Bone aveva chiamato per suonare, e,  non solo il violino, ma anche la chitarra, il bravissimo Champ.
Ho conosciuto Champ in un famosissimo locale d’Austin, il Trheadgill’s. Lui era lì, a partecipare alla leggendaria jam session che si tiene in quel locale, il mercoledì, da più di mezzo secolo e da cui sono usciti  tanti musicisti che hanno poi sfondato nella musica rock, prima fra tutte la meravigliosa e inimitabile Janis  Joplin. Ebbene si, invitato da Ponty Bone quella sera ho calcato le stesse assi del palcoscenico che ha  tenuto a battesimo forse la più gran cantante di rock blues che sia mai esistita. Al Threagill c’è una  bellissima foto di Janis, mentre canta scatenatissima su quel “mitico” palco e, di questo potete stare sicuri,  che mettere i piedi sopra a quelle assi procura un’emozione che ti toglie il respiro. In ogni caso sono salito  su quel palco ( con le gambe che mi tremavano)invitato da Ponty Bone e qui ho avuto modo di conoscere  finalmente e di poter suonare con una persona veramente gentile e con un musicista dal cuore davvero  grande: Champ Hood.
Quando ho chiesto a Merel Bregante ( all’epoca il mio “produttore” e” batterista americano”) di  raccontarmi qualcosa a proposito di Champ, sotto il punto di vista umano, la prima cosa che mi detto è stata: ” Champ è diverso da qualsiasi musicista ti capiti di incontrare ad Austin perchè Champ, per certi versi è davvero un artista a tutto tondo. Lo vedi camminare per la strada, alto, magro, allampanato con i suoi tratti da aristocratico inglese d’altri tempi e i capelli arruffati a coprire una testa sempre avvolta dalle
nuvole e… e quando lo chiami per salutarlo Champ ha quasi un sussulto come se si stesse risvegliando da  un bellissimo sogno”.
L’anno seguente all’episodio del Threadgill’s, quando ho fatto il mio disco” americano”, Champ era molto  impegnato tra dischi e tournèe, ma quando l’ho invitato a suonare il suo violino dai coloro musicali  emozionanti, lui si è reso subito disponibile. Ed è stato davvero grande registrare con lui quella bellissima  canzone d’amore che è Jolie Blonde: a lui piaceva moltissimo l’amalgama musicale che creava il mio  organetto e il suo strumento.
Era stato a suonare anche nel nostro paese accompagnando quel bravissimo e misconosciuto cantautore che  è Dirk Hamilton(quello che ha scritto: Una volta cantavo per cambiare il mondo, adesso canto perché il  mondo non cambi me – una frase che davvero avrei voluto scrivere io tanto queste parole mi risultano  familiari – ). Champ però, era tornato a casa, in Texas, amareggiato da quel tour, aveva probabilmente  conosciuto persone poco affidabili, di quelle che mettono il profitto davanti all’arte, e Champ da vero  artista n’aveva sofferto molto. Chi vive e lavora di e con la musica dovrebbe essere sempre una persona  speciale, purtroppo specialmente nel nostro paese non è sempre così.
Dei tanti Heroes and Friends che ho avuto l’immensa fortuna ( e di questo ringrazio Dio) di conoscere in questi anni, Champ è uno di quelli che, purtroppo, se n’è andato, e troppo presto, in un brutto giorno di novembre del 2001. E ci manca Champ, ci manca da morire. E ci mancherai ancora di più, caro Champ, tutte le volte che suoneremo Jolie Blonde, e tutte le volte che ci ricorderemo dei bellissimi momenti passati  insieme, delle lunghe chiacchierate che abbiamo fatto mangiando gli spaghetti che Angelina cucinava in  Texas, ogni mezzogiorno che Dio manda sulla terra, tra una session e l’altra.
Mi ricordo come se fosse oggi, dell’espressione che avevi parlando di tuo figlio e di com’eri orgoglioso che stesse diventando un gran musicista.
Champ, indimenticabile artista e fratello di musica, non sarai più dove eri, ma sarai sempre ovunque noi siamo…
Se n’avete la possibilità procuratevi “Sol Power” lo stupendo disco dal vivo di Toni Price, la parte di violino nel traditional “the old fiddle waltz” è dolce e commovente, piena di nostalgia per un mondo che non c’è più. Che suono quel violino! Il suono del violino di Champ Hood, il suono di un musicista dal cuore grande.